Addio Latvia sorgente dall’acque

Cose da fare prima di abbandonare la nazione dopo quasi sette mesi di permanenza:

Salire in cima al Reval Hotel di sera a vedere il panorama (e berci, per una volta, anche una birra) [fatto]
Mangiare salmone crudo [fatto ma non abbastanza]
Fare l’ultimo bagno nel baltico [fatto]
Passare l’ultima serata con i colleghi a bere per i locali di Riga [fatto]
Bere Black Balsam [fatto]
Andare a visitare Tallinn [fatto]
Andare a visitare Vilnius, San Pietroburgo, Helsinki, Mosca, Varsavia [non fatto]
Fare una vera sauna con bagno nel laghetto o tuffo nella neve [non fatto]
Andare a uno sportello a fare una richiesta qualunque per sperimentare il tipico e soave sguardo lettone, orientato al cliente, che senza bisogno di parole ti dice: ‘zzo vuoi? [fatto]
Prendere un volo per Milano a cuor leggero [fatto]

Insomma, un’altra parentesi che si chiude, un’altra casa da svuotare, meno carica emotivamente di quella milanese ma in ogni caso un altro piccolo addio. Che unito ad un addio definitivo dato negli stessi giorni porta a riflessioni varie ed assortite, portate a spasso per l’Europa per un lungo weekend verso nessuna conclusione in particolare, quindi non aspettatevi illuminazioni su queste pagine.
In ogni caso si ricomincia da Skopje, per qualche tempo sarò in mezzo ai balcani a godermi il caldo, la cordialità e i pomodori.
Mi lancio in qualche considerazione sparsa riguardo a questi 7 mesi, che la lucidità al momento e quella che è.
Come spesso accade questi mesi sono volati, e d’altra parte come sempre mi accade se penso alla mia vita precedente, a Milano, mi pare lontana anni luce. Sono molto contento di avere avuto la possibilità di farsi questi mesi all’estero, e pure di andare avanti per un po’. Bella esperienza vedere un po’ come funzionano le cose altrove, e Riga è un bel posto per passarci un po’ di tempo. Direi che sei mesi sono perfetti, il tempo di vedersi un gelido inverno, una splendida primavera, le giornate lunghissime, l’estate baltica... e via, verso nuove avventure! Alla fine non ho approfondito particolarmente i rapporti con la gente del posto, tranne pochissimi casi, ma ho conosciuto comunque parecchie persone valide, a stretto qualche amicizia con gente di varia provenienza, sono venuto in contatto con modelli di vita e di lavoro diversi, nel magico mondo dei contractor, e in definitiva allargato un po’ gli orizzonti.
Probabilmente una vita nomade in maniera permanente non fa per me, ma ancora per qualche tempo ci sarà modo di stare in giro...

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