Adieu, douce france

Nonostante i tentativi dell’Alitalia di rovinarmelo (proseguiti tentando in tutti i modi di non pagarmi il rimborso che mi spetta, al momento ho in tasca solo un inutile pezzo di carta con una cifra scritta sopra dopo avere protestato negli uffici alitalia di Nizza, Milano e Skopje. Spero di riuscire a farmelo pagare prima che la compagnia fallisca. E spero che poi fallisca) mi sono goduto il weekend da Sara ad Antibes. Il posto è veramente splendido, sia dove vive e lavora lei, Sophia Antipolis, che il paese di Antinbes, il mare e tutti i dintorni.
Sophia Antipolis è un polo tecnologico fatto alla francese, quindi in maniera grandiosa: qualche ettaro di colline e pineta in cui hanno inserito con molto gusto molte palazzine per ospitare uffici e ditte, tutte basse, un piano massimo due, immerse nei pini in modo che da ogni edificio ne vedi al massimo un altro, e per il resto solo pini e colline... il tutto a 10 chilometri dal mare e dalla costa azzurra, e a 20 chilometri dalle montagne. Già, un posto niente male per parcheggiarsi. Certo un po’ provinciale rispetto a Skopje, ma comunque bellino.
Il paese di Antibes è pure molto bello, con una parte vecchia ben conservata e restaurata, che ricorda molto i centri storici dell’entroterra ligure, senza negozi ma solo con antiche abitazioni. Poi ovviamente c’è la parte intorno con le vie struscio e i negozi chic da costa azzurra, ma comunque l’insieme è molto gradevole, decisamente molto meglio della sopravvalutata Cannes, che invece è moderna e sgraziata.
Anche il volo Nizza-Milano è molto bello, fatto su un aereo giocattolo da 30 posti che vola a bassissima quota, sorvolando tutta la costa azzurra e buona parte della Liguria, per poi piegare verso l’interno, scavalcare le alpi liguri e un po’ di campi prima di atterrare a Malpensa... insomma molto panoramico.
Con questi scorci di mediterraneo negli occhi rieccomi in mezzo alle montagne, dove la temperatura fortunatamente è un po’ diminuita e adesso è sopportabile, pronto per nuove avventure balcaniche nel weekend!

Burn Alitalia burn

Visto che ci aggiriamo intorno al trentesmo aereo dell’anno prima o poi doveva capitare, ma è comunque stato decisamente amaro... respinto al check in del volo che doveva portarmi a Nizza via Milano, per un weekend dell’ammòòre. Certo poteva capitare per un viaggio di lavoro, invece ovviamente no. E quindi eccomi mestamente a Skopje a scrivere, anche se stasera ci ritento, fortunatamente martedì è festa nazionale da queste parti e quindi è un weekend lungo, comunque l’incazzatura e la frustrazione sono notevoli: overbooking della nostra amata compagnia di bandiera, che ha lasciato giù dieci persone su un volo da 50 posti!
La scusa ufficiale è stata che da 4 giorni di fila gli impongono di caricare solo 40 persone sull’aereo, per ragioni meteorologiche, visto che qua ci sono 40-45 gradi ed a Milano invece temporali. Ora non chiedetemi perchè 50 persone rischiano la vita e 40 no, io un nesso logico non ce lo vedo, comunque il risultato è che hanno accumulato passeggeri lasciati a terra da tutta settimana, e ieri siamo quindi siamo stati 10 fortunati a rimanere giù. Biglietto tra l’altro pagato più che profumatamente, quindi uno dopo una vita di low cost si aspetterebbe che queste cose non succedessero, invece tante scuse, un po’ di euro restituiti e il 50% del weekend buttato nello scarico.
Oggi mi hanno garantito che arriverà finalmente un aereo più capiente e che dovrebbero smaltire tutti... speriamo, altrimenti ho pronto il cherosene!

Calcio frizzante


In effetti avevo fatto la bocca a qualcosa di leggermente più appetitoso quanto a partite viste allo stadio, ma come perdersi una lussuosissima amichevole estiva quale Macedonia-Nigeria?
Dire che è stata una serata deludente è poco... mi aspettavo torcida macedone e stadio gremito, invece data la concomitanza con le nazionali macedoni che giocavano la qualificazione agli europei di basket maschili e i quarti di finale dei mondiali di pallamano femminile under 21 (...) c’erano qualche migliaio di persone in uno stadio da 20mila posti.
La partita è stata tragica: i Macedoni scarsini ma che almeno un po’ ci provavano, i Nigeriani che dire che non avevano voglia è dire poco, nonostante la presenza di nomi di richiamo tipo Kanu o idolodellacurva Makinwa; in confronto l’Italia in amichevole è una squadra di leoni (sorvoliamo sul fatto che in contemporanea perdevamo 3-1 in Ungheria). La cosa più divertente è stata che dopo un quarto d’ora è saltata la luce (cosa frequente a Skopje), per cui siamo rimasti tutti al buio, con la gente che sventolava i telefonini, sembrava di stare a un concerto dei Take That. Poi la luce è tornata e hanno messo su la musica, ma ci sono voluti 20 minuti prima che riscaldassero i fari dello stadio... poi purtroppo la partita è ricominciata. C’è stato un gol annullato alla macedonia intorno al 30’ che avrebbe potuto dare un senso alla partita, che invece si è trascinata sullo 0-0 fino alla fine nella tristezza totale.
Architettonicamente notevole lo stadio: una curva da 15mila posti costruita con una linea moderna, che si vede dalla parte della città... e poi tre lati da stadio di oratorio, e soprattutto vari condomini abusivi costruiti dietro la gradinata bassa, con notevole vista stadio. Sono al momento disabitati in quanto abusivi, non so se li demoliranno o se li venderanno e insieme alla bolletta del gas e della luce faranno pagare l’abbonamento allo stadio...



Balcanismo #2

Primo weekend macedone e ho subito avuto la possibilità di andare a godermi i Balcani, con un collega irlandese. Siamo saliti sulla vetta del Vodno, alla croce dell’altra volta, però poi da lì abbiamo proseguito sui crinali, con un saliscendi che ci ha portato a oltrepassare altri 3 colli, fino ad arrivare a un profondo canyon su cui abbiamo avuto una vista veramente molto bella, a volo d’aquila, sembrava di stare in aereo. Il canyon è chiuso da una diga quindi sul fondo c’è uno stretto e lungo lago artificiale, che verso il fondo si allarga un po’... insomma un bellissimo panorama. Dal nido d’acquila siamo scesi per un sentiero molto ripido verso la diga, e a metà strada ci siamo anche goduti un piccolo monastero ortodosso, tutto affrescato all’interno... decisamente suggestivo. Dalla diga poi si ritorna alla civiltà, ivi compresi gli onnipresenti, super economici taxi macedoni, di cui abbiamo approfittato per tornare a casa, visto che a quel punto eravamo a svariati km dalla città, avendo camminato tutto il giorno.
Insomma una bellissima giornata di montagna, direi proprio che mancava. Tra l’altro in città mi hanno detto che ha fatto temporali che noi abbiamo miracolosamente scampato, anzi godendo delle nuvole senza le quali saremmo morti di caldo. Soddisfazione su tutta la linea, e oggi meritato ozio!

Addio Latvia sorgente dall’acque

Cose da fare prima di abbandonare la nazione dopo quasi sette mesi di permanenza:

Salire in cima al Reval Hotel di sera a vedere il panorama (e berci, per una volta, anche una birra) [fatto]
Mangiare salmone crudo [fatto ma non abbastanza]
Fare l’ultimo bagno nel baltico [fatto]
Passare l’ultima serata con i colleghi a bere per i locali di Riga [fatto]
Bere Black Balsam [fatto]
Andare a visitare Tallinn [fatto]
Andare a visitare Vilnius, San Pietroburgo, Helsinki, Mosca, Varsavia [non fatto]
Fare una vera sauna con bagno nel laghetto o tuffo nella neve [non fatto]
Andare a uno sportello a fare una richiesta qualunque per sperimentare il tipico e soave sguardo lettone, orientato al cliente, che senza bisogno di parole ti dice: ‘zzo vuoi? [fatto]
Prendere un volo per Milano a cuor leggero [fatto]

Insomma, un’altra parentesi che si chiude, un’altra casa da svuotare, meno carica emotivamente di quella milanese ma in ogni caso un altro piccolo addio. Che unito ad un addio definitivo dato negli stessi giorni porta a riflessioni varie ed assortite, portate a spasso per l’Europa per un lungo weekend verso nessuna conclusione in particolare, quindi non aspettatevi illuminazioni su queste pagine.
In ogni caso si ricomincia da Skopje, per qualche tempo sarò in mezzo ai balcani a godermi il caldo, la cordialità e i pomodori.
Mi lancio in qualche considerazione sparsa riguardo a questi 7 mesi, che la lucidità al momento e quella che è.
Come spesso accade questi mesi sono volati, e d’altra parte come sempre mi accade se penso alla mia vita precedente, a Milano, mi pare lontana anni luce. Sono molto contento di avere avuto la possibilità di farsi questi mesi all’estero, e pure di andare avanti per un po’. Bella esperienza vedere un po’ come funzionano le cose altrove, e Riga è un bel posto per passarci un po’ di tempo. Direi che sei mesi sono perfetti, il tempo di vedersi un gelido inverno, una splendida primavera, le giornate lunghissime, l’estate baltica... e via, verso nuove avventure! Alla fine non ho approfondito particolarmente i rapporti con la gente del posto, tranne pochissimi casi, ma ho conosciuto comunque parecchie persone valide, a stretto qualche amicizia con gente di varia provenienza, sono venuto in contatto con modelli di vita e di lavoro diversi, nel magico mondo dei contractor, e in definitiva allargato un po’ gli orizzonti.
Probabilmente una vita nomade in maniera permanente non fa per me, ma ancora per qualche tempo ci sarà modo di stare in giro...

Tallinn

Proprio nell’ultimo weekend disponibile sono finalmente riuscito ad ospitare un amico qui a Riga (finora tutti le possibilità erano andate a monte per motivi vari), e ne ho approfittato organizzare per una gita a Tallinn. Con lui, non nel senso che sono scappato laciandolo a Riga.
Devo dire che sarebbe stato un peccato perdersela, perchè la città è veramente bellina, estremamente ben conservata – o ricostruita. Il centro medievale è diviso in due parti, una bassa circondata da mura, e una su una collina vicina, da cui si ha una bella vista sul nucleo murato. La città nuova invece è estremamente moderna e ricca, e ricorda decisamente la Scandinavia.
L’impressione generale è di un posto più ricco della Lettonia, ed effettivamente gli stretti legami con la Finlandia si fanno sentire a livello di sviluppo e di modernità. D’altra parte sembra però meno attiva e vivace di Riga, più nord europea nel suo lindo torpore.
E’ anche vero che in generale d’estate le città qui si svuotano – peggio che da noi – visto che tutti amano la natura, i boschi ed il mare, ed appena possono scappano a rifugiarsi negli spazi aperti che abbondano appena si esce dalle capitali. E in effetti, per nostra fortuna, è stato uno splendido fine settimana nordico, con il cielo incredibilmente blu come sa essere da queste parti, facendo dimenticare in un baleno le ultime due settimane di pioggia e 15 gradi.
La serata del sabato l’abbiamo passata con una ragazza estone contattata tramite couchsurfing, che ci ha portato in un ristorante tipico, ed a vedere angoli nascosti della città come solo uno che ci abita può fare.
Questo sito è veramente meritevole: in pratica tutti gli iscritti mettono a disposizione la propria casa, o anche solo il proprio tempo, per i visitatori che passano dalla loro città, e possono essere contattati appunto per ospitalità gratuita, per un giro in città, un caffè o una chiacchierata. Conosco parecchie persone che lo utilizzano, sia per ospitare che per essere ospitati, e tutti hanno avuto esperienze positive.
L’idea è semplice ma in qualche modo rivoluzionaria nella facilità di entrare in contatto con persone aperte e curiose quando ci si trova in posti sconosciuti, nell’idea di aprire la propria casa a sconosciuti, e di viaggiare senza spendere soldi ed entrando in contatto con gente del posto. Ad esempio sabato scorso l’ho passato con due neozelandesi di passaggio a Riga che erano ospiti da una collega, ed è stato decisamente piacevole ed interessante. Una di quelle cose che insomma fanno ogni tanto considerare positivamente il mondo e le persone, e meno male!

The Froge Project 2007

Spazio all’arte. All’arte concettuale, quella più vera. Avete presente l’arte pura? Ecco, quella più pura.
Creatività collettiva, idea originale del dinamico duo di via Fornari, soggetto un gruppo di amici, intorno ai trenta, a un matrimonio.
Colonna sonora, come sempre “il mio amico ingrato”, Capossela.
Si, ovviamente dopo pranzo, e il vino non mancava. Ma si sa, gli artisti hanno bisogno di carburante.
Tant’è, a voi l’opera di cui sono padre orgoglioso, siete un pubblico meraviglioso.