Il generale inverno

Avete presente che con la neve sembra sempre tutto più bello?
Ecco, per Skopje non basta.
Comunuqe, senza arrivare agli eccessi del sud Italia la neve è arrivata anche qui in città, dopo le numerose spruzzate che c’erano state nel mese scorso sulle alture circostanti.
I condomini e lo sporco sono stati coperti di bianco e pur non arrivando ad essere un bel vedere la situazione è sicuramente migliorata. Sarebbe ancora meglio andare a fare una bella camminata sulle montagne qui intorno, ma a questo punto sarà da rimandare al prossimo anno.
I numerosi cani randagi della città sembrano ben adattati alla situazione, anche con il freddo hanno sempre quell’aria tranquilla e soddisfatta da cane di Skopje. Se posso votare per la prossima reincarnazione….

De genitalis muli

Sublime dialogo avuto in macelleria a Nemi, nei castelli romani, mentre compravamo prelibatezze gastronomiche a base di porco, tra cui i rinomati ‘coglioni di mulo’ . La salumaia era una simpatica signora sui 45 con la classica verve laziale.

Io – Vorrei un coglione di mulo.
Salumaia – Di solito quelli se vendono a coppie.
Io – Me ne basta uno, grazie
Salumaia – Duro o molle?
Io - ….
Salumaia – quello duro è più stagionato, ma se nun l’hai mai provato mejo molle.
Io – Ok, molle.

E finisco la mia spesa. Poi iniza a fare la spesa Daniela (from Venezia, nord), con vocina angelica da Memole:

D – Un coglione di mulo
Salumaia – Daje, questi se vendono a coppie.
D (sempre più angelica) – Ma io e vorrei uno solo
Salumaia – Se vuoi potemo fà
n cojone e ‘na palla der nonno
D (voce angelica e occhi da manga con le stelline dentro) – No grazie, solo un coglione
Salumaia – Inzomma ste palle der nonno nun le vole mai nessuno
D (ormai a livelli di angelicità che Memole in confronto è un camionista) – Grazie, va bene solo un coglione
Salumaia – Brava!

Io vi amo a voi romani.

Sono Pazzi Questi Romani

Dopo Vienna, altro giro in una capitale imperiale decaduta. Che dire, difficile immaginare due atmosfere più diverse: se Vienna è il museo di se stessa, Roma fa della decadenza il suo marchio di fabbrica. In fondo sono già alcune centinaia di anni che i nordeuropei ci vanno, studiano rovine, disegnano, si fanno domande, confrontano la grandezza passata alla pochezza presente, e poi tornano a casa dicendo che l'italia e' stupenda ma non vorresti mai viverci.
Io mi chiedo se questa città sia mai stata davvero splendida e maestosa. In fondo anche pensando ai periodi di maggior splendore quando sono stati costruiti i monumenti che oggi ammiriamo (la Roma imperiale, la capitale dei papi), se ci soffermiamo sulle cronache o comunque sull’idea, l’impressione che è rimasta, non ci spostiamo di molto dalla Roma del 2000: un gran casino. Un brulicare di gente, viaggiatori, intrighi, trame. E questo gran casino che dura da quasi 3 millenni esercita un fascino irresistibile sul viaggiatore: quella grandiosità, quel rosso, quei pini a ombrello, quella luce radente, come fai a non innamorarti?
E’ anche vero che, da viaggiatore, non mi sento particolarmente a casa: sarò anche nella mia capitale ma il senso di estraneità è forte, pure la lingua parlata è ben diversa da quella a cui sono abituato, e persino per ordinare una focaccia devi sapere quando e dove domandare.
Tutto questo si concretizza in una complessa miscela di attrazione e repulsione, su tutti i livelli: una città splendida ma poco vivibile, ricca di verde ma trafficatissima, ricca di storia ma schiacciata dall'eredità, dove ho amici eccezionali ma io vi odio a voi romani.
Dopo queste confuse riflessioni chiudo dicendo che è stato un fine settimana splendido, passato con persone splendide in un posto splendido, mangiando (troppo) cibo splendido, qundi grazie a tutti di cuore.
E infine rieccoci nella maestosa Skopje.