Il cuore è uno zingaro e io vado


Gli ultimi giorni sono stati vissuti con la paranoia del sovrappeso. Non il mio, pure in agguato dietro le infinite cene, ma quello della mia valigia, altrimenti nota come balena gialla. Avevo già cominciato a portare a casa un po' di roba negli ultimi viaggi, e lo scorso giro avevo dovuto fare appello a tutto il senso materno della sciura al check in (la mia arma migliore è l'aria spaurita da coniglio bagnato, peraltro per nulla simulata) per non pagare il supplemento per il peso del bagaglio. Dopo infiniti travasi dal bagaglio spedito a quello a mano, e dopo avere abbandonato al loro destino aeroportuale un po' di libri e qualche barattolo di prezioso ajvar (comprato, non avrei mai mollato quello artigianale), sono stato finalmente ammesso a bordo, con “solo” 5 kg di sovrappeso nel bagaglio spedito e 4 in quello a mano, chiudendo tutti e due gli occhi sulla quantità di roba che avevo infilato nella borsa del computer, considerata extraterritoriale.
Stavolta il tutto era ancora più pesante ma miracolosamente la stessa sciura non ha fatto una piega (tra l'altro la bilancia del check in era rotta, almeno dal lato passeggero), imbarcando la mia mega valigia e non degnando di un'occhiata il mio enorme e pesantissimo bagaglio a mano costituito da due borse. Viaggiando di martedì e non di venerdì come al solito il volo non è completamente pieno, e sono arrivato abbastanza presto... ma soprattutto evviva la leggendaria elasticità balcanica!
La giornata della partenza è stata dedicata ovviamente ai bagagli e allo svuotamento della casa. La sera prima ho invitato gli amici del circolo più stretto a cena, e insieme ai regali di Natale ho preparato tutte le cose che avevo accumulato nella mia permanenza e che non mi avrebbero seguito in Italia, le ho messe tutte insieme su un tavolo, e chi voleva se le è portate a casa. Temevo imbarazzi e reticenze ma il pragmatismo asiatico (due tailandesi e un indiano presenti tra gli altri) ha rapidamente rotto il ghiaccio e alla fine non è rimasto nulla: spezie, padelle, caffettiera, bottiglie di vino, biscotti, scolapasta, utensili vari da cucina... tutto ha trovato una nuova casa, e la cosa mi fa molto piacere, penso che sia una bella tradizione da giramondo questa, me l'ha insegnata un'australiana nel mio primo mese a Riga e ho replicato molto volentieri!
Alla fine comunque mi sono avanzati svariati sacchi di avanzi tra vetro e plastica (atavica pigrizia nel portare giù la spazzatura non puzzolente), un sacco di vestiti frusti, e due tre sacchetti di rumentaglia varia non riciclabile... quindi (non senza profonde riflessioni filosofiche sulla nostra civiltà degli sprechi), ho iniziato a portare il tutto verso i cassonetti sotto casa. Il primo viaggio l'ho fatto con il sacco dei vestiti e un paio di sacchi di rumenta pura; arrivato a destinazione ai cassonetti c'era il canonico zingaro che differenziava (come ho già raccontato LINK)... quindi ho buttato dentro la rumenta e gli ho dato direttamente il mano il sacchetto con i vestiti, facendolo ovviamente piuttosto contento.
Poi nel tempo di un giro di ascensore torno con i sacchetti di plastica e vetro, e lo trovo tutto intento a 'differenziare' la mia spazza che aveva prontamente recuperato, questa sì che è efficienza!
Gli dò i sacchetti e lui quasi mi abbraccia (anche se erano già differenziati, gli ho tolto il divertimento), e mi chiede a gesti se ne avevo ancora, al che gli dico “no, finish, basta”, e lui:
“ma sei italiano?”
“sì”
“E ma dillo, parla italiano che ci capiamo!”
“ah parli italiano? Sei stato in Italia?”
“Si, sono stato a Roma, a Bari, a Milano... la mia famiglia è ancora là. Si sta bene in Italia, in Macedonia invece non tanto, perché non c'è lavoro!”
“.....”
“Si, è vero, in italia lavoravo mezza giornata nel magazzino di una boutique! Ah, stai lasciando la Macedonia? Allora buona fortuna per tutto!”
“Grazie, ciao!”
“Ciao. Scusa eh, ma sicuro che non hai altra roba in casa da buttare?”
“Si, sicuro...”
“Ah, ok, grazie. Scusa se te lo chiedo, ma non è che hai degli spicci che mi devo comprare da mangiare?”

Grandissimo, mi ha fatto morire dal ridere... alla fine un simpatico spicchio di umanità, e soprattutto un notevole calmante per i miei sensi di colpa che mi assalgono ogni volta che butto qualcosa... sapere che finisce in altre mani e non al macero mi fa davvero piacere.


Addio Vodno sorgente dall'acque

Tra ripetute feste di addio, il momento del saluto a Skopje è arrivato davvero. Sono in aereo e ho appena detto ciao alle luci della città, con una grossa dose di malinconia. E' il secondo cambio di nazione in due anni, anche se quello a Riga è stato dilazionato e non definivo, ci sono pure tornato per lavoro da Skopje. Qui invece le prospettive di tornare sono abbastanza scarse, legate alla buona volontà di farsi il viaggio. Cosa che prima o poi conto di fare visti i legami forti che sono rimasti con questa terra. In effetti se l'addio alla Lettonia non mi era particolarmente pesato lasciare la Macedonia mi dispiace. E' stato un anno e mezzo di vita facile, tranquilla, con alti e bassi di vita sociale ma ultimamente davvero con molte attività e amicizie che dispiace abbandonare.
Le feste e gli addii al lavoro sono stati di soddisfazione, con l'idea di avere in qualche modo lasciato un segno nelle persone con cui ho collaborato. C'è anche un senso di disastro imminente a livello del progetto, ma a questo punto non sono più problemi miei!
La sensazione di distacco non c'è quasi mai stata, tra i vari caffè / cene / birre di addio, e le tante cose da fare e da concludere prima di partire, i bagagli, i regali di natale... ma mentre salivo sull'aereo, cosa fatta decisamente molte volte nell'aeroporto locale, la sensazione di farlo per l'ultima volta mi è arrivata tutta d'un colpo, e il decollo è stato abbastanza malinconico. Ma adesso si volta pagina, mi aspetta una grande viaggio in India e soprattutto una bella avventura francese tutta da inventare... e ultimamente mi sono scoperto una grande passione per le pagine bianche!
Quando sono venuto a Skopje non avevo idea di quanto ci sarei rimasto, alla fine è stato un anno e mezzo in cui ho fatto e visto molte delle cose che meritavano, ma non ho visitato i dintorni quanto avrei voluto...
Visitare i posti turistici della Macedonia – fatto
Scofanarsi più e più volte le super grigliate macedoni, precedute naturalmente da abbondante antipasto misto – fatto
Diffondere il più possibile il verbo di Rakja e Ajvar nell'arido occidente – fatto
Andare a Sofia – fatto
Visitare la Bosnia e Sarajevo – non fatto
Andare al mare a Salonicco – non fatto
Andare sulle principali vette macedoni – parzialmente fatto, manca la più alta!
Distillare Rakja – fatto
Bersi l'acqua dei cavoli lasciati in salamoia per tutto l'inverno – fatto (ahimè)
Andare a Prishtina – non fatto

India!


E’ ufficiale: a gennaio vado in India.
Sono mesi che me la sto preparando, finalmente adesso ho sia il visto che il biglietto in tasca.
Il percorso (che ho cercato di disegnare nella figura, cliccare per vedere in grande) prevede di atterrare a Kochi, nell’estremo sud dell’India, e visitare in solitario la parte meridionale (stati di Kerala e Tamil Naidu) risalendo fino a Bangalore. Qui sarò ospite di un collega, che mi dovrebbe portare in giro per il Karnataka (lo stato di Bangalore), probabilmente insieme a tutta la sua famiglia... rischia di essere una esperienza notevole!
Poi da un punto imprecisato (i piani solitari sono dettagliati, quelli in compagnia quantomai nebulosi) prendo un aereo verso il nord, dove visiterò il classico trittico turistico Jaipur-Aggra-Delhi, visitando un altro ex-colelga a Gwalior, e sperando di riuscirea fare una puntata a Benares.
Il programma è molto intenso, ma d’altra parte di cose da vedere ce ne sono a milioni, e già così è stata necessaria una selezione brutale.
Mi aspetto molto dal viaggio, sicuramente sarà una esperienza molto forte, soprattutto fatta da solo... chiaramente si accettano compagni dell’ultima ora molto volentieri!
Nel frattempo siamo al quart’ultimo giorno di Macedonia, ci si prepara a un weekend di bagordi e festeggiamenti prima dell’addio. Sentimenti contrastanti: sicuramente c’è molta voglia di voltare pagina, di prendere una bella vacanza, di viaggiare, e soprattutto di raggiungere la famiglia che mi aspetta a Lione (una donna, un cane e otto gerbilli!); d’altra parte è stato un anno e mezzo di esperienze notevoli, e di grande feeling con il posto e con la gente dei balcani, di adattamento a una vita facile, tranquilla ed economica da cui è un pò difficile staccarsi per tornare alla vecchia europa della verdura di plastica, degli ipermercati, delle strade deserte di notte e dei negozi chiusi alle 7. Ma l’importante è godersi i momenti al meglio, quindi che inizino i festeggiamenti macedoni, e poi Natale bergamasco, che è sempe una gran bella cosa.