Balcanismo

La vetta dalla finestra di casa

Nel senso di alpinismo nei Balcani... ok, freddura, ma in sudamerica invece di alpinismo dicono andismo – sul serio.
Cultura a parte, mi sono fatto la prima passeggiata in salita della stagione (a fine giugno... che vergogna!) mirando verso la croce che sovrasta la città, una specie di canto alto locale.
Skopje sta sul fondo di una valle, quindi ci sono montagne praticamente da tutti i lati, ma in particolare su Vodno nel 2000 hanno piazzato questa croce che di notte è tutta illuminata. Particolarmente sobrio, soprattutto in un paese con il 20% di musulmani.
In ogni caso dalla mia finestra la croce si vede come nella fotografia, e a vederla tutti i giorni al risveglio come fai a non andare su? Certo, fa caldo, ma magari in cima l’aria è un po’ più fresca. E poi, a occhio, quanto sarà? 4-500 metri di dislivello, fattibile direi.

Casa (credo) dall'alto

Il dettaglio è che la croce è alta qualcosa come 74 metri, e quindi inganna l’occhio non poco... un po’ come quando a Parigi di incammini verso l’arco di trionfo pensando che sia grande come porta S.Agostino e quindi vicino.... grosso errore!
Comunque la passeggiata mi ha dato molta soddisfazione, alla fine i metri di dislivello erano 800, quindi sono state due belle orette abbondanti di ascesa (partendo da casa, quindi anche un pezzetto di città), ovviamente sudando copiosamente. Ma il caldo è molto secco, quindi pesa meno (anche se ci disidrata più velocemente facendo movimento) e la voglia di montagna era proprio tanta. A un certo punto ho anche raggiunto e sorpassato (con non poca soddisfazione) una bellissima tartaruga di terra... che emozione! Guido!
Dalla vetta il panorama sarebbe molto bello, ma la città era avvolta in una spessa foschia di calura, per cui non era proprio eccezionale. Ma dall’altro versante si vedeva un bello scorcio di balcani verdi e placidi, penso che meriti qualche esplorazione.. e il weekend è vicino!

Skopje in tutta la sua maesta'

Alla fine comunque, essendo partito dopo le 5 per evitare il picco di caldo e avendo drammaticamente sottovalutato i tempi, mi sono trovato a metà strada del ritorno che imbruniva. Quindi ho tagliato verso la strada asfaltata, che arriva più o meno a metà del dislivello dove c’è un monastero. Lì si cammina anche col buio senza problemi, ma ovviamente è parecchio più lunga... per cui dopo un po’ che camminavo al buio e le luci della città si avvicinavano con lentezza eccessiva ho risolto con un brillante autostop...
“Dove devi andare?”
Gli dico la via
“Non la conosco. A cosa è vicino?”
“Boh, sto qui da una settimana...”
“Quindi dove ti porto?”
“Boh, vai verso il centro?”
“Non proprio”
“Vabè, arriva in fondo alla discesa che è già tanto”
Alla fine andava esattamente nella mia direzione, e mi ha mollato a 500 metri da casa. E parlava inglese, particolare non sottovalutare.
Evviva i balcani!

Sud del mondo

Sud del mondo è una città deserta alle 5 del pomeriggio e piena di gente alle 9 di sera.
Sud del mondo è sedersi a mangiare in una piazza ed essere accolti da strette di mano, sorrisi, gatti che ti chiedono da mangiare, bambini che fanno scappare i gatti, gente che arriva, si scambia strette di mano, si siede, fuma, chiacchiera e se ne va, e caffè offerto dalla casa.
Sud del mondo sono minareti che spuntano tra le case, chiese in lontananza, e una croce di 74 metri in cima a una collina che domina il tutto.
Su del mondo è una ragazza macedone che ha lavorato un pò in Italia e ti dice: “ma non ti trovi male tu a lavorare in Macedonia, che sei abituato all’Italia dove tutto è così efficiente? Ma come fate a far funzionare tutto così bene?”. Era seria, davvero. Commovente, eh?
Sud del mondo è qualità della vita nelle piccole cose e frustrazione nelle grandi cose.
Equilibrio? Ci si prova, ma girala come vuoi la medaglia ha sempre un dritto e un rovescio. O tirala come vuoi ma la coperta corta lascia sempre qualcosa scoperto. E via di luogo comune insomma... che, parlando di luoghi, funziona sempre benissimo.

Jāņi

Oggi è Jāņi, notte di mezza estate, la festa più sentita di tutto l’anno al nord, e particolarmente nei paesi baltici. Tradizione pagana più celebrata del Natale, viene onorata da quanto mi hanno raccontato soprattutto andando in mezzo alla natura, e passando le ore di buio (poche, 3 o 4) bevendo e mangiando fin a quando il sole non sorge di nuovo. Tradizione più che comprensibile dopo avere passato un inverno in Lettonia: giornate cortissime e impossibilità di stare all’aperto per il freddo, quindi si capisce come siano ansiosi di riappropriarsi degli spazi aperti e della natura.
Le donne sono anche molto, molto ansiose di scoprirsi il più possibile, ma questa è un’altra storia.
E in tutto questo io dove sono? A Skopje, l’ombelico del mondo, chiuso in casa con l’aria condizionata a manetta che fuori ci sono 42 gradi!
A proposito di ombelico del mondo, ieri mi dicevano che pubblicizzano all’estero gli investimenti in Macedonia sottolineando che nel raggio di 1500 km intorno ci sono tantissime capitali europee e che sta in una posizione strategica. Vero, nel raggio di 1500 km ci sono tantissime cose, è qua che non c’è niente! Insomma è come stare nel buco della ciambella....
In realtà devo ancora esplorare la città, ma soprattutto i dintorni che non devono essere niente male, ma questo caldo decisamente mi demotiva. Però almeno è secco, non ti uccide come l’umidità padana, ma certo pesta molto più duro. Comunque se trovo un po’ di coraggio esco a documentare le mirabilie dell’architettura jugoslava, da non perdere!

Croce e delizia

Avverto subito, sarò stereotipato.
Ma questo fine settimana in Italia mi ha suscitato le emozioni tipiche dell’emigrante nei confronti dell’Italia.
L’accoglienza è stata brutale, problemi ridicoli per ottenere il passaporto risolti in maniera altrettanto ridicola, code infinite a Malpensa per ottenere un biglietto, siparietti deprimenti al bar tra camerieri e avventori, con la ciliegina sulla torta di un ingorgo apocalittico sabato intorno a Bologna, che ci ha fatto perdere l’intera messa del matrimonio a cui stavamo andando, costringendo altre persone addirittura a tornare indietro, veramente una follia. Alla fine Bergamo-Bologna 7 ore, e solo grazie a percorsi alternativi ad altissimo rischio!
Però poi – a parte le radici che comunque si fanno sempre sentire – decidi di cambiare itinerario e subito ti trovi immerso in paesaggi eccezionali, arrivi nel rifugio in cui si festeggia e domini una valle di bellezza incredibile, circondato da amici e persone che ridono e si divertono, e comunque capisci che ti stai perdendo qualcosa.
E questo da un lato mi riconcilia con l’Italia, dall’altro mi fa ancora di più rabbia, che comunque questo paese non riesca mai a essere normale in nulla, e che ce lo gestiamo e lo facciamo funzionare così male, per di più dando sempre la colpa a qualcun altro.
Come dicevo è solo una serie di ovvietà, ma stando all’estero le riflessioni su come funzionano le cose da noi sono stimolate da continui paragoni e differenze, e mai come questa volta avevo percepito in maniera così netta e violenta il contrasto continuo da amore e odio, bellezza e inefficienza, umana grandezza e umana miseria.

Nota a margine: dopo il fine settimana me ne sono venuto a Skopje, dove rimarrò per tre settimane a godermi il caldo pazzesco e il traffico cittadino. Spero comunque di approfittarne per esplorare un po’ questa nazione misteriosa. E mangiare tanta carne!

A bagno nel baltico

Fatto anche il bagno nel Baltico!
Le giornate di giugno sono calde, blu e luuuuuunghe, per cui dopo il lavoro si può tranquillamente andare verso il mare, a Jurmala, e godersi la vita di spiaggia anche dopo le 8 di sera – ci vuole una mezzora per arrivare dalla citt
à.
Il sole ovviamente
è abbastanza basso, ma comunque scalda ancora, e il Baltico in pratica è un grande lago, e il golfo di Riga un lago nel lago... quindi acqua non fredda e praticamente non salata, onde tranquille, fondale sabbioso e per nulla profondo. Insomma proprio un bagno da relax totale! C’era una brezza fresca (un po’ troppo), ma in acqua si stava bene. E la cosa spettacolare è che il tramonto inizia alle 9 e finisce alle 11, si ha decisamente tempo di goderselo! E avere la possibilità di andare al mare dopo il lavoro, anche se solo per pochi mesi all’anno, è veramente un godimento!

Skopje, iuessei

La Macedonia è un posto che ti dà sensazioni strane. Quelle di familiartà sono probabilmente accentuate dal fatto di arrivare dalla Lettonia: le colline verdeggianti che circondano la città a 360 gradi mi avrebbero lasciato indifferente se in questo momento non abitassi in una terra piatta come un tavolo da biliardo; e invece mi hanno dato un senso di accoglienza e di familiarità che mi ha fatto capire quanto mi manchi un orizzonte che a un certo punto si alza e si delimita.
La città anche a un esame più approfondito si conferma estremamente squallida, con una serie di palazzoni ex-jugoslavi anni ‘70 e ’80 disordinati e francamente brutti, oltre che decisamente maltenuti. Ma il tutto ha un aspetto estremamente europeo, e quindi colpiscono particolarmente le numerose moschee e i minareti che spiccano qua e là per la città, in stile evidentemente orientale, che ricordano una secolare domincazione ancora radicata nella cultura e nella religione (anche se i musulmani sono solo circa il 20%), ma che stridono abbastanza con il resto dell’architettura.
Di storico non c’e’ praticamente nulla, visto che la città è stata distrutta da un terremoto qualche decina di anni fa, ed è rimasta solamente la rocca che svetta sulla città, con il quartiere albanese che si snoda lungo la salita: una specie di souk densissimo di botteghe, negozietti, mercatini, stormi di bambini che tentano di venderti fazzoletti di carta e probabilmente di sgraffignarti qualcosa, e la immancabile serie di facce poco rassicuranti.
In questo melting pot balcanico molto variegato e generalmente povero spicca il lungofiume vicino al centrale ponte di pietra: una distesa di locali estremamente fashion, con tavoli e gazebo da fare impallidire un naviglio di Milano per lusso e ostentazione, oltre che per dimensioni visto che lo spazio e’ decisamente più ampio. Piuttosto fuori contesto, ma comunque frequentatissimo dai macedoni, che paiono essere un popolo festaiolo che ama bere, andare in discoteca e fare bisboccia fino a tardi.
In tutto questo il motivo della visita, oltre che ai regolari incontri di lavoro, era una convention aziendale in stile american-fantozziano che ha confermato parecchie delle perplessità che avevo alla vigilia. Momenti di imbarazzo puro, uno su tutti il capo (ok, il CEO) che tentava di fare urlare a tutti il nuovo motto aziendale creato per l’occasione, sotto una pioggia di coriandoli argentati... ovviamente ha ottenuto 400 persone più mute di un francese dopo la finale dei mondiali, e un imbarazzo che si tagliava con lo spadone di Conan. Per citare un caro amico, io si che ho visto un bel mondo!

L'ombelico del mondo!

Si, sono piccole cose.
Però atterrare in un posto, prendere il taxi verso la città, e vedere lungo l’autostrada le indicazioni stradali verso Atene, Belgrado, Sofia e Pristina fa un certo effetto.
Non so, sarà che in Italia le frecce sono per posti italiani, sarà che in Lettonia di vicino non c’è niente, ma in qualche modo mi ha fatto sentire al centro di un’area inesplorata e ricca di storia e di cultura, con mille cose a portata di mano.
Poi certo si è andati a Skopje.
In ufficio.
Quindi ci accontentiamo di quel momento e di quella senazione, le esplorazioni un’altra volta!

Fare il turista nel posto dove vivi


Poche esplorazioni ultimamente, il fine settimana l’ho passato facendo il turista a Riga, visto che sono venuti a trovarmi mamma e babbo, proprio quando ormai non ci speravano più.
Graziati da un tempo splendido nonostante le previsioni di nubifragio ci siamo goduti la città vecchia, i quartieri liberty - il nuovo sfondo è il fregio particolarmente ispirato di una casa art nouveau; probabilmente Go Nagai è passato da queste parti per trovare ispirazione - il Mesaparks con gli abeti e il lago, la vista della città dal 26° piano del Reval Hotel... insomma le bellezze di Riga, esaltate da un tempo splendido. Tento di mostrare il blu del cielo nella foto, ma non so quanto renda. In ogni caso era blu blu blu (si, ho una fissa per il cielo e l’aria limpida di queste parti, lo ammetto).
Questa settimana si parte per qualche giorno a Skopje, con gita aziendale in località archeologica, quindi si promette materiale succoso per il blog, stay tuned!