Mala tempora currunt

Ieri rimuginando durante una camminata in collina post-elettorale ho realizzato che la canzone partigiana per antonomasia inizia così:

Una mattina mi son svegliato
Ed ho trovato l'invasor

Così, come in Indepence Day, arriva dal nulla un disco volante nel cielo blu.
Ora, la Resistenza, per come ce l'hanno raccontata, dovrebbe essere stata fatta innanzi tutto contro il fascismo, e in maniera contingente contro gli occupanti tedeschi. Ma il fascismo è durato vent'anni, come mai i partigiani si son svegliati solo quando hanno trovato l'invasor?
Il dubbio che mi viene è che questa cecità ce la siamo portata avanti insieme alle parate del 25 aprile, e
80 anni dopo siamo ancora lì a cercare l'uomo forte per togliere le castagne dal fuoco. Sia esso Berlusconi, Bossi o Di Pietro, raccoglie consensi il maschio dominante alfa. Ci credevamo democratici e postmoderni, e ci scopriamo ancora fermi al risorgimento delle Nazioni... amaro.
E intanto il popolo che il 25 aprile del '45 era costituito al 99 per cento da partigiani dorme sonni tranquilli, in attesa di svegliarsi resistente quando sarà troppo tardi, o ancora più probabilmente quando sarà tutto finito (speriamo presto ma non ci si spera molto) per merito di qualcun altro.

Altra riflessione: il mondo occidentale vive una crisi che tutti ci dicono essere soprattutto finanziaria, dovuta a un mercato privo di regole e pieno di squali. E' stata messa a nudo la favoletta liberista secondo cui il mercato si autoregola – inciso: servono gli arbitri per le partite di pallone dei pulcini: possibile che il mercato mondiale si possa regolare da solo? - e viene quindi da pensare che i liberal e i conservatori vengano irrisi e sbertucciati, e sostituiti da qualcosa di diverso e alternativo, magari da qualcuno che faccia almeno finta di proporre modelli di giustizia sociale. E invece? L'Europa, tutta, non solo noi repubblica delle veline, si butta a destra.
Morale? Messi in crisi dei valori beceri (succhiamo il sangue al terzo mondo ma è per il loro bene, così prima o poi si svilupperanno anche loro) la massa cerca rifugio in valori ancora più beceri (son poveri per colpa loro, costruiamo un muro alto alto alto fino al soffitto per tenerli fuori), e oltretutto irrealistici, visto che non tengono conto di quanto alla fine dipendiamo dai paesi poveri, e per la manodopera a casa nostra e (soprattutto) per lo sfruttamento delle materie prime.
Insomma se una crisi a volte può essere una occasione per ricostruire le cose meglio di come erano a questo giro mi pare proprio che la stiamo sprecando.
O forse era un'illusione mia quella di poter passare da una grande depressione a una ricostruzione senza dover passare per una guerra devastatrice, di saltare dal '29 al '46 risparmiandoci quello che c'è stato in mezzo... e anche a questo giro noi in Italia siamo all'avanguardia nella corsa verso il basso.
Mala tempora currunt.