Kosovo indipendente?
Visto che la notizia sui giornali italiani è durata meno di 24 ore, soppiantata dal toto De Mita e amenità varie, vi racconto brevemente cosa si dice da queste parti dell'indipendenza del Kosovo, anzi della Kosova per dirla all'albanese, visto che ormai comandano loro. Chiaramente ho solo il punto di vista macedone, visto che viviamo in regime di apartheid e con i pur numerosi albanesi di Skopje non ho nessun contatto.
Per quanto riguarda i media e i politici italiani nessuno ci ha spiegato perchè l'Italia si sia affrettati a riconoscere l'indipendenza del Kosovo, al di là di compiacere gli usa: se si prende una decisione qualcuno dovrebbe anche spiegarne i motivi. Certo, il ministro degli esteri è lo stesso D'Alema che era primo ministro quando si bombardava allegramente Belgrado ammazzando civili (perchè Mosca no? Il fatto che Putin abbia trasformato la Cecenia in un parcheggio è più tollerabile?), ma basta questo per riconoscere uno stato che a livello di diritto internazionale ha più o meno la stessa ragione d'essere di una Chinatown indipendente da San Francisco? Tra l'altro poi da parte di uno stato che in tempi remoti ha soffocato nel sangue i movimenti indipendentisti meridionali (vedi alla voce 'brigantaggio') e in tempi più recenti ha soffocato nei soldi gli indipendentismi altoatesini, entrambi movimenti con una legittimazione storica quantomeno non inferiore a quella del Kosovo. Qui per approfondire la storia e l'andamento demografico della regione.
Si diceva del punto di vista macedone: ovviamente filoserbo, dato che un buon venti per cento del territorio macedone è a larga maggioranza abitato da albanesi, e che queste regioni stanno al confine con Kosovo e Albania, quindi il salto della quaglia è nell'aria, senza contare che contro gli indipendentisti albanesi c'è già stata una guerra nel 2000.
Ieri parlavo con una collega serba, che mi raccontava dei suoi zii che abitano nell'enclave serba di Strpce, e che se la passano maluccio dal 1999. Si parla molto di Mitrovica, che però almeno sta al confine con la Serbia e di fatto ha le spalle coperte, ma quest'altra enclave serba in Kosovo sta messa sensibilmente peggio, visto che è schiacciata tra il Kosovo albanese e la regione a maggioranza albanese della Macedonia. Viverci in pratica significa stare come nel villaggio di Asterix, circondati da una palizzata senza potersi muovere. Ci sono un bus alla settimana verso Skopje e uno verso Nis in Serbia, e questo è tutto. I bus viaggiano scortati dai militari (non so bene quali, se serbi o della forza internazionale) per tutta la strada che passa in territorio abitato da albanesi, visto che per i primi anni dopo la guerra del '99 erano bersaglio di lanci di sassi, spari isolati e amenità del genere. Ultimamente era tutto abbastanza tranquillo ma adesso bisogna vedere come evolverà la situazione, difficile fare previsioni.
Altri parenti invece quando per strada si sparava e c'era aria di pogrom sono partiti con il cappotto che avevano addosso per andare a rifugiarsi in Serbia, abbandonando casa e campi di proprietà al loro destino, senza nessuna speranza di poterli recuperare, tantomeno dopo questa indipendenza.
Purtroppo di storie così nei balcani ce ne sono a bizzeffe, anzi di molto peggiori visto che ci sono state centinaia di migliaia di morti ammazzati negli ultimi 20 anni e violenze inenerrabili. Il punto è che tutti ne hanno di storie del genere, indipendentemente dall'appartenenza etnica, è un tutti contro tutti in cui è difficile trovare un filo logico, una ragione ed un torto.
La cosa che emerge maggiormente è che gli slavi tra loro pare non abbiamo problemi: sicuramente il Macedone medio ha una buona opinione dei serbi, e nessun problema con i croati, e fondamentalmente rimpiange la Jugoslavia.
Mi dicono che anche negli altre repubbliche ex-ju sono diffusi sentimenti del genere. Il punto è che al potere ci sono, nei rispettivi paesi, quelli che la guerra degli anni '90 l'hanno voluta e provocata, e che adesso si impegnano il più possibile a fare il lavaggio del cervello alla popolazione mettendo gli uni contro gli altri, inventandosi differenze storiche, linguistiche e culturali che nella maggior parte dei casi sono inesistenti, o talmente lievi che potrebbero essere colmate molto più facilmente di quanto non ci voglia per accentuarle.
Ciò è molto triste e preoccupante, e porta a pensare prima di tutto come siano sempre piccole elite a guidare e indottrinare la massa, e come nella maggior parte dei casi queste elite siano molto più attente al proprio interesse che al bene comune.
In secondo luogo fa molto riflettere come le nostre vite siano sempre in bilico e in balia dei "rovesci della storia", come tutto quello che consideriamo immutabile e inviolabile (la casa, i soldi in banca, le proprietà) in realtà sono protette da un fragile sistema di leggi e convenzioni che può essere spazzato via veramente con poco.
Comunque in Macedonia tutto tace, a livello ufficiale non c'è stata nessuna dichiarazione, e a Skopje non è successo nulla; non so se nelle regioni albanesi ci siano stati festeggiamenti o feste in piazza: sicuramente se fossero iniziate qui avrebbero rischiato di finire maluccio.
Per qualche impressione di prima mano da Pristina vi consiglio questo blog, in italiano.
Si diceva del punto di vista macedone: ovviamente filoserbo, dato che un buon venti per cento del territorio macedone è a larga maggioranza abitato da albanesi, e che queste regioni stanno al confine con Kosovo e Albania, quindi il salto della quaglia è nell'aria, senza contare che contro gli indipendentisti albanesi c'è già stata una guerra nel 2000.
Ieri parlavo con una collega serba, che mi raccontava dei suoi zii che abitano nell'enclave serba di Strpce, e che se la passano maluccio dal 1999. Si parla molto di Mitrovica, che però almeno sta al confine con la Serbia e di fatto ha le spalle coperte, ma quest'altra enclave serba in Kosovo sta messa sensibilmente peggio, visto che è schiacciata tra il Kosovo albanese e la regione a maggioranza albanese della Macedonia. Viverci in pratica significa stare come nel villaggio di Asterix, circondati da una palizzata senza potersi muovere. Ci sono un bus alla settimana verso Skopje e uno verso Nis in Serbia, e questo è tutto. I bus viaggiano scortati dai militari (non so bene quali, se serbi o della forza internazionale) per tutta la strada che passa in territorio abitato da albanesi, visto che per i primi anni dopo la guerra del '99 erano bersaglio di lanci di sassi, spari isolati e amenità del genere. Ultimamente era tutto abbastanza tranquillo ma adesso bisogna vedere come evolverà la situazione, difficile fare previsioni.
Altri parenti invece quando per strada si sparava e c'era aria di pogrom sono partiti con il cappotto che avevano addosso per andare a rifugiarsi in Serbia, abbandonando casa e campi di proprietà al loro destino, senza nessuna speranza di poterli recuperare, tantomeno dopo questa indipendenza.
Purtroppo di storie così nei balcani ce ne sono a bizzeffe, anzi di molto peggiori visto che ci sono state centinaia di migliaia di morti ammazzati negli ultimi 20 anni e violenze inenerrabili. Il punto è che tutti ne hanno di storie del genere, indipendentemente dall'appartenenza etnica, è un tutti contro tutti in cui è difficile trovare un filo logico, una ragione ed un torto.
La cosa che emerge maggiormente è che gli slavi tra loro pare non abbiamo problemi: sicuramente il Macedone medio ha una buona opinione dei serbi, e nessun problema con i croati, e fondamentalmente rimpiange la Jugoslavia.
Mi dicono che anche negli altre repubbliche ex-ju sono diffusi sentimenti del genere. Il punto è che al potere ci sono, nei rispettivi paesi, quelli che la guerra degli anni '90 l'hanno voluta e provocata, e che adesso si impegnano il più possibile a fare il lavaggio del cervello alla popolazione mettendo gli uni contro gli altri, inventandosi differenze storiche, linguistiche e culturali che nella maggior parte dei casi sono inesistenti, o talmente lievi che potrebbero essere colmate molto più facilmente di quanto non ci voglia per accentuarle.
Ciò è molto triste e preoccupante, e porta a pensare prima di tutto come siano sempre piccole elite a guidare e indottrinare la massa, e come nella maggior parte dei casi queste elite siano molto più attente al proprio interesse che al bene comune.
In secondo luogo fa molto riflettere come le nostre vite siano sempre in bilico e in balia dei "rovesci della storia", come tutto quello che consideriamo immutabile e inviolabile (la casa, i soldi in banca, le proprietà) in realtà sono protette da un fragile sistema di leggi e convenzioni che può essere spazzato via veramente con poco.
Comunque in Macedonia tutto tace, a livello ufficiale non c'è stata nessuna dichiarazione, e a Skopje non è successo nulla; non so se nelle regioni albanesi ci siano stati festeggiamenti o feste in piazza: sicuramente se fossero iniziate qui avrebbero rischiato di finire maluccio.
Per qualche impressione di prima mano da Pristina vi consiglio questo blog, in italiano.
7 commenti:
mi dicono che:
L'85% del PIL del Kosovo deriva da traffici e attività illetici, in particolare: passa dal Kosovo la quota più consistente di eroina destinata all'europa; le banche kosovare sono il pozzo senza fondo dove le mafie da tutto l'est (Russia inclusa) depositano il loro denaro sporco. Di quello che resta, il 10% del pil deriva da aiuti internazionali che in pratica è l'unica entrata dei fondi erogati per i servizi sociali. La disoccupazione si aggira attorno al 70% e nel complesso è probabilmente tra i 2-3 posti peggio conciati d'europa.
Sicuro che parlasse del Kosovo e non della calabria?
Comunque tutto vero, in pratica fa parte del corridoio che arriva dall'asia, arriva al Montenegro e da li' via mare porta in italia e nel mediterraneo in generale droga, armi, clandestini ecc.
Comunque il fatto che il parlamento sia costituito da ex guerriglieri che erano finanziati dalla mafia albanese contro i serbi direi che sia un buon marchio di qualita'!
tutto molto stiloso:foto, racconti, nuova grafica...bravo Sem! Orgoglione e giudizio. ALe
Mah secondo me è l'ennesimo esempio che siamo sempre in balia degli eventi.
Oggi sei dalla parte "giusta" e domani da quella "sbagliata" a prescindere da qualsiasi motivazione.
L'uomo è una brutta bestia, egoista e menefreghista.
Me la posson raccontare che "uniti si può cambiare; un altro mondo è possibile" ecc ecc ma dubito fortemente che molti deboli riescano su pochi forti.
Datemi del rassegnato, del pessimista, io mi sento solo realista.
...solo oggi ho avuto modo di approfondire la lettura del tuo blog...spero continuerai a scriverci perche' trovo molto interessante il tuo sguardo sulla regione
deboli-forti, altro mondo possibile...io mi ci arrovello quasi tutti i giorni...e ammiro molto quelli che credono in un 'otro mundo posible' e in qualche modo si impegnano per avvicinarvisi...
date uno sguardo al reportage di riccardo iacona " kosovo 9 anni dopo " e poi ne riparliamo !!!!
good start
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