Skopje è una città dalla doppia faccia: durante la settimana vivo la zona macedone, lavoro con macedoni, faccio la spesa in negozi macedoni e per quanto tutto sia piuttosto povero e sgarrupato comunque la sensazione generale è di una certa familiarità, di un posto straniero ma non troppo.

Nei fine settimana invece mi piace molto passeggiare nella città vecchia, a maggioranza albanese e musulmana: attraversare il fiume è quasi come prendere l'aereo e ritrovarsi in turchia. Le strade sono strette e lastricate e chiuse al traffico, le case basse, ci sono parecchie moschee e due hamam, il mercato pieno di gente, i bar pieni solo di uomini, la gente per strada che fuma e beve il tè nei bicchierini; sedersi a un tavolino lungo la strada mangiando kebab ai bordi del mercato significa davvero immergersi in una atmosfera che non ha nulla di europeo.
Sabato in particolare sono entrato per la prima volta in qualche moschea, in particolare nella Sultan Murat, dove sono stato accalappiato dall'Imam che mi ha fatto da cicerone. Ovviamente non parlava una parola di inglese, ma aveva un fantastico foglietto scritto a mano con le date degli avvenimenti principali, ma scritti come si leggerebbero in albanese, tipo "ündrët tuënti ïars old" - l'albanese è ricco di dieresi. Gentilissimo e cordiale, ovviamente alla fine mi ha chiesto obolo, ma ci sta.
In ogni caso sarà che siamo in una provincia sfigata dell'impero e che non c'è nulla di particolarmente grandioso, ma l'interno delle moschee non mi ha impressionato particolarmente, alla fine è uno stanzone rettangolare vuoto (non era momento di preghiera evidentemente) che non comunica molto; l'esterno invece per quelle storiche è pregevole. In realtà avendo girovagato un po' a caso, tempo di essermi perso le migliori, devo informarmi meglio, anche se la moschea Mustafa Prasha che dovrebbe essere la più bella e famosa al momento è chiusa per restauri.
In ogni caso è l'insieme ad essere affascinante, ed è davvero molto bello avere un pezzetto d'oriente a disposizione senza nemmeno cambiare città.

Ispirazione: Monsieur Ibrahim e i fiori del corano.

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