L'impero non colpisce più

Gli scherzi della storia: sei lì in mezzo all’Europa a fare l’impero, te la giochi con le superpotenze del momento, poi ti distrai un attimo, perdi una guerra mondiale e rimani uno staterello che tutti considerano una provincia sfigata della Germania, una roba nata secoli dopo.
E in pochi posti come a Vienna si respira l’aria di una grandezza perduta, di città cristallizzata nel proprio glorioso passato. Non di decadenza, per carità, perchè tutte è lindo e pulito e restaurato e ben tenuto, ma proprio di una città che non è viva, ma che è il museo di se stessa. Incredibilmente tranquilla per una capitale di lunedì mattina, piena di persone a passeggio, un po’ di turisti, tante biciclette, e appartentemente nessuna fretta.
Che in effetti non si capisce bene di cosa campino, sti austriaci. Cioè, com’è che l’Austria è un paese ricco? Hanno perso la prima guerra mondiale, sono stati invasi nella seconda, a me non viene in mente un solo nome di industria austriaca – anzi uno, Ktm – agricoltura pochina visto che stanno in mezzo alle montagne... che siano ricchi di bauxite? Dovrei proprio rispolverare il libro di geografia delle medie.
In ogni caso la mia impressione è quantomai superficiale, visto che ho fatto un giro in centro a piedi di meno di due ore, visto che avevo più di 4 ore da aspettare nel cambio tra due aerei, e che dall’aereoporto si arriva in centro con 16 minuti (e pure 16 euro) di treno. E ne è valsa la pena visto che nonostante ci fossi stato già due volte mi ricordavo proprio poco, quindi ci voleva questo veloce ripasso, approffittando anche di una giornata splendida.

1 commenti:

sdn ha detto...

Bella per te!

Vienna ha fatto da tomba a Mozart e Beethoven. Ma da culla a Hitler e Schwarzenegger. Al secondo hanno dedicato lo stadio.

Questo la dice lunga, credo. :D