Tele2 Way
Eccomi di ritorno da due giorni a Stoccolma, abbastanza deliranti per la verità. Il tutto al solito organizzato all’ultimo, quindi l’albergo è stato prenotato la mattina per la sera. Solo che pare che a Stoccolma ci fosse qualche evento particolarmente di richiamo (non siamo riusciti a scoprire cosa, l’unica ipotesi che ci hanno fatto era un torneo internazionale di poker ma mi rifiuto di pensare che questo possa esaurire i posti letto di una capitale), e quindi tutti gli alberghi della città erano pieni.
Quindi è stato scovato un campeggio in cui ci hanno alloggiato in un bungalow attrezzato con camere. La prima sera tripla con bagno nella parte hotel, che però era poi prenotata, per cui la seconda notte l’abbiamo passata nella parte ostello, in camerata! Alla faccia del viaggio da business man! Come si dice da queste parti... Tele2 way!
Inciso: questo è lo slogan interno di Tele2, che la ditta comunica ai dipendenti. Si, perchè grazie all’americanizzazione del business e soprattutto al fatto che quelli del marketing devono giustificare i loro profumati stipendi, le ditte fanno marketing anche all’interno con i propri dipendenti, vendendogli il brand, l’appartenenza, l’attaccamento al lavoro. Cioè, ti trattano da numerello sostituibile in qualunque momento, però poi ti mettono i cartelloni pubblicitari studiati ad hoc per i dipendendi dentro l’ufficio. Evviva la ditta. Fine dell’inciso.
Il posto dove stava l’albego comunque era altro molto bello, in mezzo a un parco boschivo appena fuori città, con lepri e scoiattoli che scorrazzavano in giro tra i bungalow... che erano grandi, lunghi una ventina di metri, classica costruzione svedese a un piano, di legno dipinta di rosso con cornici bianche alle finestre – i ragazzi non hanno molta fantasia.
Stoccolma l’ho rivista con piacere, abbiamo avuto qualche ora per passeggiare in centro, e le giornate già lunghe della primavera nordica consentono di fare i turisti fino alle 10 di sera. L’impressione che mi ha fatto è stata la stessa della prima, frettolosa visita. Città carina ma fredda, che non riesce ad affascinarmi nonostante la disposizione su isole e il mare ovunque siano piuttosto particolari. L’atmosfera è abbastanza da capitale, con facce di tutti i colori in giro per strada (qui a Riga gli immigrati poveracci sono tutti ex sovietici, niente facce scure), negozi per turisti, metropolitana, manifesti di concerti, non c’è la atmosfera di immobilità che invece ho percepito nel sud della Svezia. Però alla fine la città lascia poco, qualche bello scorcio ma poca personalità.
In compenso la vista avuta nel volo di andata (su un piccolo fokker a elica che quindi volava a bassa quota) la vista sulle isole sulla costa ad ovest di Stoccolma, sul baltico... una vista veramente eccezionale, il mare punteggiato da una miriade di isolette, di cui solo alcune abitate, col qualche strada che si snoda tra una e l’altra con i ponti che le collegano... verament eccezionale! Potete vedere qui su google maps, giocate un po’ con lo zoom, anche se non rende benissimo... Posto segnato per una futura esplorazione via terra comunque!
Nel fine settimana spero di esplorare un po’ di Lettonia, con anche il supporto fotografico che in Svezia colpevolmente dimenticai!
Quindi è stato scovato un campeggio in cui ci hanno alloggiato in un bungalow attrezzato con camere. La prima sera tripla con bagno nella parte hotel, che però era poi prenotata, per cui la seconda notte l’abbiamo passata nella parte ostello, in camerata! Alla faccia del viaggio da business man! Come si dice da queste parti... Tele2 way!
Inciso: questo è lo slogan interno di Tele2, che la ditta comunica ai dipendenti. Si, perchè grazie all’americanizzazione del business e soprattutto al fatto che quelli del marketing devono giustificare i loro profumati stipendi, le ditte fanno marketing anche all’interno con i propri dipendenti, vendendogli il brand, l’appartenenza, l’attaccamento al lavoro. Cioè, ti trattano da numerello sostituibile in qualunque momento, però poi ti mettono i cartelloni pubblicitari studiati ad hoc per i dipendendi dentro l’ufficio. Evviva la ditta. Fine dell’inciso.
Il posto dove stava l’albego comunque era altro molto bello, in mezzo a un parco boschivo appena fuori città, con lepri e scoiattoli che scorrazzavano in giro tra i bungalow... che erano grandi, lunghi una ventina di metri, classica costruzione svedese a un piano, di legno dipinta di rosso con cornici bianche alle finestre – i ragazzi non hanno molta fantasia.
Stoccolma l’ho rivista con piacere, abbiamo avuto qualche ora per passeggiare in centro, e le giornate già lunghe della primavera nordica consentono di fare i turisti fino alle 10 di sera. L’impressione che mi ha fatto è stata la stessa della prima, frettolosa visita. Città carina ma fredda, che non riesce ad affascinarmi nonostante la disposizione su isole e il mare ovunque siano piuttosto particolari. L’atmosfera è abbastanza da capitale, con facce di tutti i colori in giro per strada (qui a Riga gli immigrati poveracci sono tutti ex sovietici, niente facce scure), negozi per turisti, metropolitana, manifesti di concerti, non c’è la atmosfera di immobilità che invece ho percepito nel sud della Svezia. Però alla fine la città lascia poco, qualche bello scorcio ma poca personalità.
In compenso la vista avuta nel volo di andata (su un piccolo fokker a elica che quindi volava a bassa quota) la vista sulle isole sulla costa ad ovest di Stoccolma, sul baltico... una vista veramente eccezionale, il mare punteggiato da una miriade di isolette, di cui solo alcune abitate, col qualche strada che si snoda tra una e l’altra con i ponti che le collegano... verament eccezionale! Potete vedere qui su google maps, giocate un po’ con lo zoom, anche se non rende benissimo... Posto segnato per una futura esplorazione via terra comunque!
Nel fine settimana spero di esplorare un po’ di Lettonia, con anche il supporto fotografico che in Svezia colpevolmente dimenticai!
1 commenti:
Ma di che ti lamenti, fa tutto parte delle politiche dell'azienda per aumentare il senso cameratesco dei propri dipendenti!
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