London calling

Altro fine settimana a Londra con la morosa (si, è faticoso per tutti e due vedersi in giro per l’Europa, ma ne vale la pena, eccome!), e altre impressioni sparpagliate sulla capitale dell’impero.
Stavolta causa sovraffollamento siamo finiti ben in periferia, zona 3 della metro. E’ molto strano come tutto riesca ad essere molto tipicamente inglese (le case basse, l’architettura, i bus rossi...) ma anche incredibilmente esotico e multietnico. Non so come si colloca Walthamshaw nella scala delle periferie degradate, ma certamente mi aspettavo peggio. Ovviamente non è proprio bello, le strade spesso danno l’idea del souk e i negozi sono molto poveri, e la gente anche, ma il tutto da’ una certa impressione di operosità e di vitalità, e non c’è quella sensazione di calma asfittica che spesso danno le periferie degradate.
E poi Londra impressiona per incredibile vastità e disomogeneità. Già il centro come dicevo è assolutamente disorganico, quando si esce poi si perde completamente l’orientamento. In pratica e’ una spece di tessuto vivente fatto di tanti piccoli centri che si sono saldati insieme con il tempo, per cui si può tranquillamente viaggiare per quaranta minuti di bus attraverso strade che sembrano centri di paese, ma che in realtà sono tutte connesse e collegate tra di loro, è piuttosto impressionante.
Anche la rete dei trasporti è qualcosa che va al di là della normale comprensione. Si, la metropolitana è fantastica e va dappertutto, ma questa volta mi sono addentrato nella giungla dei bus, che sono frequentissimi e capillari nella copertura del territorio. Talmente capillari che non esiste nemmeno una cartina con i percorsi, perchè sarebbe un lenzuolo. Tutta la rete è organizzata con una serie di centri nevralgici, e ognuno di essi ha la sua brava cartina schematica. E i centri sono più di trenta! Da perderci la testa, meno male che c’è l’ottimo sito internet, veramente realizzato benissimo, anni luce avanti.
Insomma un cosmo a sè, e mi ha fatto piacere esplorarne un pò anche le parti periferiche.
D’altra parte siamo anche entrati nel cuore scintillante della Londra che conta, sabato sera siamo stati invitati da un mio ex-collega che si è trasferito lì, ed abita in un bellissimo appartamento in centro (grazie alle munifiche politiche di trasferta della ditta della moglie). La serata è stata molto bella e l’accoglienza splendida, dalla loro finestra si vede la demolenda Battersea Power Station (quella della copertina di Animals) e il tutto ha fatto proprio molto Londinese, Nick Hornby e quant’altro... quindi un grazie a Riccardo e Pamela, e al piccolo Luca!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Guarda, manca un po' di fumofumante ma persino i nuvoloni direi che son quelli..........mitticcoooo!!!
Un pezzo di stroia della musica psichedelico/popolare.
Certo manca qualche "maiale al volo".......

Anonimo ha detto...

N'altra volta??
Ma sempre a Londra state?


Ah, c'è un nuovo volo diretto low cost Roma-Riga.........